– CHIRURGIA ESTETICA – GINECOMASTIA

Ginecomastia

La Ginecomastia: cos’è? Classificazione e diagnosi

Il termine ginecomastia indica uno sviluppo anomalo circa le dimensioni delle mammelle maschili. Può essere bilaterale oppure, nel caso della ginecomastia monolaterale, presentarsi solo a carico di una mammella.

Inizialmente il paziente percepisce solo un fastidio nella zona mammaria, dovuto principalmente a un aumento della sensibilità e a protuberanze sotto il capezzolo; Il dolore è raro, ma riscontrato.

Il passo successivo è il vero e proprio rigonfiamento costituito da deposito di tessuto adiposo e aumento di tessuto ghiandolare.

Questa condizione porta con sé notevoli problematiche che vanno ben oltre quelle fisiche, creando uno stato psichico di non accettazione e inadeguatezza.

Solo un intervento chirurgico, atto a correggere la ginecomastia, può ridare virilità al torace maschile, intervenendo direttamente sul rigonfiamento del torace tipico del corpo femminile.

Le cause della ginecomastia

Le cause di questa condizione sono molteplici e diverse tra loro. A volte si tratta di semplici disturbi ormonali, altre volte interviene la genetica, con mutazioni cromosomiche specifiche. Può essere dovuta anche a obesità, patologie correlate e all’assunzione di farmaci.

Non di rado il problema scatenante risiede in una conversione eccessiva di testosterone in estrogeni o in una consistente iperprolattinemia. Può accadere che la ginecomastia si manifesti a causa di un malfunzionamento epatico quando, ad esempio, il fegato non riesce a eliminare gli estrogeni che l’organismo percepisce come un eccesso.

Insufficienza renale, cirrosi epatica, ipogonadismo e altre malattie endocrinologiche, possono indurre il processo di ginecomastia. Non è da sottovalutare neppure l’uso di sostanze che possono influenzare negativamente il normale sviluppo della ghiandola mammaria.

Classificazione della ginecomastia

A stabilire la classificazione della ginecomastia è proprio l’individuazione della causa necessaria per un approccio interventistico migliore.

La ginecomastia congenita si scatena in seguito a uno squilibrio ormonale, le cui cause vanno ricercate attraverso indagini genetiche, in quanto vi è sempre un fattore ereditario.

Quella di tipo puberale, inizia ad apprezzarsi tra i 12 e i 17 anni d’età. Qualora si tratti solo di una produzione ormonale intensa a scatenare la proliferazione delle ghiandole mammarie, il fenomeno potrebbe regredire spontaneamente entro 2 anni dalla comparsa.

La ginecomastia indotta è causata dall’assunzione di particolari farmaci che possono compromettere le funzionalità ormonali. Può succedere, per esempio, con farmaci gastro-protettori, alcuni tipi di antibiotici e l’uso prolungato di antidepressivi.

Alla stregua di ciò e secondo i tratti distintivi riscontrati dal medico, si deve parlare di 3 classi diverse.

  1. Vera ginecomastia, ossia un reale aumento del volume delle mammelle dato da un aumento di componente ghiandolare.
  2. Pseudo-ginecomastia, aumento delle mammelle successivo all’accrescimento di tessuto adiposo nella zona mammaria, molto frequente nelle persone obese.
  3. Ginecomastia mista, raro abbinamento di entrambi i fattori indicati sopra. La loro interazione scatena in ogni caso un aumento di volume delle mammelle.

Tuttavia è importante comprendere che qualunque sia la classificazione del problema, gli effetti psico-fisici sono medesimi. Se questa condizione è provocata dalla mera assunzione di farmaci, si può auspicare in una regressione del problema una volta interrotti. Per tutti gli altri casi, la ginecomastia ha come unico trattamento d’elezione quello chirurgico.

Alla luce di quanto detto finora, si può parlare di ginecomastia fisiologica quando è neonatale, puberale o senile. Di solito in queste tre condizioni è riconducibile a un transitorio aumento degli estrogeni: nel primo caso derivanti dall’esposizione ai tessuti mammari materni, nel secondo a squilibri ormonali adolescenziali, negli anziani, invece, si verifica una riduzione di testosterone e conversione relativamente periferica degli estrogeni.

Infine, si parla di ginecomastia patologica in tutti quei casi in cui viene scatenata da malattie non endocrine (citate sopra), oppure da malattie endocrine. Tra queste ricordiamo le patologie testicolari, sia acquisite sia congenite, la sindrome di Morris o di Reifenstein.

In ogni caso, la nostra clinica sarà a vostra completa disposizione per eventuali chiarimenti e per dipanare i dubbi sul tipo di ginecomastia. È sufficiente prenotare una visita che comporterà domande specifiche, valutazione dell’anamnesi e un esame clinico mirato alla palpazione dei seni.

L’esame strumentale più dirimente è l’ecografia, sufficiente a stabilire se si tratta di ginecomastia vera o falsa. Nel caso di falsa ginecomastia, il chirurgo può comunque aiutare il paziente attraverso una liposuzione localizzata alla zona colpita e mirata a ridurre il tessuto adiposo in eccesso.

Intervento di Ginecomastia: a chi è consigliato?

Il paziente affetto da ginecomastia avrà riscontri sia sul piano fisico, sia su quello psichico, ritrovandosi con un seno apparentemente femminile. Il paziente dovrà essersi sottoposto preventivamente a determinati controlli.

L’intervento di correzione della ginecomastia può essere effettuato sui pazienti per i quali sono state escluse cause patologiche, che comporterebbero altri tipi di interventi o procedure terapeutiche.

Lo stato di salute dell’uomo affetto da rigonfiamento della ghiandola mammaria dev’essere compatibile con l’intervento a tutti gli effetti. Un iter idoneo è quello di eseguire tutte le indagini che portano alla verifica della causa scatenante il problema; solo successivamente verrà programmato l’intervento.

Al paziente saranno prescritti esami di laboratorio, eventualmente una semplice ecografia e poi si procederà con l’anamnesi, che darà tutte le notizie utili circa trascorsi clinici e familiari.

Sul paziente si dovranno riscontrare precisi requisiti fisici.

Il torace dovrà avere una pelle piuttosto elastica, per tollerare meglio la correzione alla quale andrà incontro. Di solito non si verificano problemi in questo senso. Qualora il chirurgo si trovi di fronte a un soggetto con elasticità corporea sentitamente carente, si possono studiare delle alternative per porre rimedio alla ginecomastia. Un lifting mirato alla zona mammaria, per esempio, può risolvere l’inestetismo.

Verrà spiegato al paziente ogni dettaglio, in modo che le sue aspettative siano conformi al risultato. Ogni intervento è comunque da rapportarsi al grado di ginecomastia rilevato, nonché alla quantità e dimensione di tessuto adiposo e ghiandolare da correggere.

Ginecomastia vera e falsa: intervento e procedure

L’intervento di ginecomastia è una procedura di correzione e rimodellamento del torace.

Di norma, a meno che non ci siano diverse indicazioni da parte del personale medico, l’intervento e il rientro a casa avvengono nell’arco della giornata. Questo è possibile perché viene applicata l’anestesia di tipo locale, che evita i fastidi e i disagi provocati da quella generale.

Qualora il chirurgo plastico abbia riscontrato una falsa ginecomastia dagli esami e visite pre-operatorie, la procedura interventistica sarà similare a una piccola liposuzione mirata.

Per correggere la falsa ginecomastia e quindi l’eliminazione del tessuto adiposo in assenza di quello ghiandolare, si procede scegliendo la parte meno visibile sul lato della mammella.

É in questa zona che il chirurgo pratica una piccola incisione, effettuando tagli poco evidenti che lasceranno scarsa visibilità alle cicatrici. Il tessuto adiposo eccedente viene letteralmente aspirato per mezzo di una cannula di piccolo diametro: il chirurgo ridurrà il volume di entrambi i seni in modo lineare e armonico.

Il fine ultimo è ottenere lo stesso risultato da ambo i lati, quando si tratta di ginecomastia bilaterale. Nel caso della monolaterale si esegue lo stesso iter, in modo tale che la mammella da correggere abbia lo stesso aspetto di quella non affetta da ginecomastia.

Dopo la procedura d’aspirazione e sutura, sulla zona operata viene applicato un particolare bendaggio contenitivo, ma delicato, per per evitare il più possibile la formazione di edemi.

Per l’intervento chirurgico di ginecomastia vera ci si avvale di una procedura interventistica leggermente diversa, perché bisogna correggere la reale ipertrofia ghiandolare della mammella.

Il fine ultimo è comunque rimodellare il torace, eliminando del tutto l’eccesso ghiandolare.

In questo caso, il chirurgo pratica un’incisione breve intorno all’areola. Scegliere l’area perimetrale del capezzolo è una tecnica strategica vincente per far sì che le cicatrici siano quasi invisibili, in armonia con il normale colorito di quell’area.

Si asporta la ghiandola mammaria, si praticano le suture estetiche e si applica il bendaggio compressivo.

Entrambe le procedure chirurgiche si possono considerare risolutive e correttive della ginecomastia. Gli interventi durano circa 40 minuti o poco più, a seconda dell’elasticità della pelle toracica.

Anestesia: quale viene praticata?

Prima di programmare l’intervento di ginecomastia il paziente viene sottoposto a un’accurata visita anestesiologica.

Questa prevede semplici esami di routine, secondo il quadro clinico individuale.

Solitamente, prima della visita anestesiologica, ci si è sottoposti a visita senologica e ad eventuale ecografia o mammografia.

La classificazione e la gravità della ginecomastia da cui si è afflitti concorre a definire la tecnica anestesiologica.

Tuttavia il tipo di anestesia d’elezione impiegato per quest’intervento è l’anestesia locale tumescente.

Quest’innovativa tecnica anestesiologica ha molteplici vantaggi, tra cui la riduzione delle tempistiche operatorie: un intervento che dura meno tempo, risulta anche meno invasivo, di conseguenza meno traumatico.

Questo significa ridurre al minimo il rischio d’infezioni post-operatorie, di per sé già molto basso.

La correzione toracica avviene in regime di day-hospital presso cliniche autorizzate e specializzate e non si avranno effetti anestesiologici particolari tali da dover restare in ospedale.

Certamente, se il paziente desidera una maggiore serenità personale durante la procedura chirurgica, ha il diritto di chiedere un’anestesia diversa. Si tratterà sempre di una tecnica anestesiologica locale, ma con sedazione profonda.

In tutti e due i casi si parla di strutturare un piano anestetico personalizzato, per venire incontro alle esigenze cliniche e psicologiche del paziente.

Le cicatrici saranno visibili?

Dopo aver stabilito il tipo di ginecomastia da correggere si può decidere la procedura interventistica. Ogni approccio chirurgico richiede una diversa incisione, pertanto le cicatrici avranno aspetti e processi di cicatrizzazione differenti.

Nel caso di ginecomastia vera, si procede con delle incisioni attorno al capezzolo. Le incisioni perimetrali intorno all’areola forniscono al chirurgo un accesso preciso e diretto alla zona interessata, pur dovendo estrarre la ghiandola mammaria ipertrofica.

Questo intervento promette di avere una cicatrice non particolarmente visibile: a giocare un ruolo fondamentale è anche il colorito tipico del capezzolo che tenderà a nascondere sempre più i segni dell’intervento.

Non solo, lo speciale filo di sutura utilizzato dal Dottor Miccolis, consente di ridurre al minimo i segni dell’operazione.

L’incisione a “U” comporta una cicatrice a forma di mezza-luna, che combacerà alla perfezione e in modo armonico con i bordi areolari.

Se si può intervenire per mezzo della cannula chirurgica, si tratta di ginecomastia falsa. L’incisione è laterale al seno, nel punto più nascosto. Inoltre è molto piccola, quanto basta per consentire l’inserimento della cannula che provvederà all’aspirazione del tessuto adiposo eccedente.

Il risultato in questo specifico caso sarà quello di una cicatrice lunga pochi millimetri e molto lineare. Solitamente in poco tempo, diventa quasi invisibile.

Per entrambe le tipologie di cicatrice e per favorire una cicatrizzazione ottimale bisognerà seguire degli iniziali accorgimenti consigliati dal chirurgo.

Riconoscere la pseudo-ginecomastia

È bene distinguere la vera ginecomastia da quella falsa, perché è di estrema importanza ai fini risolutivi dell’intervento.

La differenza rispetto a quella vera risiede nell’esponenziale formazione di tessuto adiposo a livello pettorale. Seppur assente la componente ghiandolare, nella pseudo-ginecomastia, l’effetto non cambia: si avrà comunque un impatto estetico molto simile a quello del seno femminile.

Le cause di quest’inestetismo sono da ricercare quasi esclusivamente in problemi legati al peso.

Un uomo che ha sofferto di obesità, anche qualora risolva il problema e riesca a dimagrire, può andare incontro a un consistente accrescimento dell’adipe. Le mammelle, una volta che si sono formate sul pettorale maschile, faticheranno a regredire o riassorbirsi spontaneamente anche se il dimagrimento è supportato dall’esercizio fisico.

La ginecomastia falsa trova soluzione nella procedura di liposuzione tumescente, eseguita attraverso apposite cannule chirurgiche lipo-aspiranti.

La procedura di correzione della pseudo-ginecomastia ha una durata breve, si svolge dopo i comuni esami pre-operatori e può essere condotta con anestesia locale a sedazione leggera.

Il metodo di sedazione intravenosa modulata è il meno invasivo, tanto che il paziente può fare rientro a casa dopo circa due ore dall’esecuzione dell’intervento.

Ginecomastia: quanto costa?

Come ampiamente analizzato, per definire il tipo d’intervento idoneo a correggere la ginecomastia di cui si è affetti, bisogna studiare ogni caso specifico.

Le classificazioni della ginecomastia, le cause che l’hanno scatenata, il quadro clinico del paziente, l’effettivo ingrossamento delle mammelle maschili e il tipo di anestesia concordato sono tutti i fattori che determineranno l’intervento chirurgico da affrontare.

È naturale che ognuno dei fattori citati sopra concorre a determinare non soltanto un intervento chirurgico diverso dall’altro, ma anche costi diversi.

Il costo della ginecomastia varia in base ai singoli casi, ma ci sono dei range che aiutano certamente a farsi un’idea più precisa.

Il prezzo per una ginecomastia vera, con totale correzione dell’inestetismo, rimozione chirurgica e definitiva delle ghiandole mammarie, oscilla tra i 2.500 euro e i 4.000 euro.

Il prezzo per una pseudo-ginecomastia che comporti, ad esempio, la liposuzione effettuata sui pettorali rientra in una fascia che parte dai 2.000 euro e arriva fino ai 3.000 euro.

Da tenere presente che il costo dell’intervento varia anche e soprattutto in considerazione di una ginecomastia monolaterale o bilaterale. Nel primo caso la spesa si riduce sensibilmente, dovendo intervenire solo su un seno.

l decorso post-operatorio

Con l’intervento in anestesia locale tumescente, si potrà fare rientro a casa nel giro di sei ore. Un tempo sufficiente per monitorare il paziente prima di dimetterlo in assoluta tranquillità.

In ogni caso, dopo l’intervento di correzione della ginecomastia, viene suggerito riposo assoluto. Infatti, le 48 ore successive all’intervento saranno fondamentali per consentire ai muscoli pettorali e ai tessuti interni di riposarsi.

Normalmente, i sintomi post-operatori più comuni sono rappresentati da un leggerissimo gonfiore, che può arrecare una sorta di dolore ai seni.

Tutto questo non deve minimamente preoccupare, dato che si risolverà nel giro di pochi giorni.

Se l’intervento è stato eseguito nella zona peri-areolare si potrebbe avere una riduzione della sensibilità intorno ai capezzoli, anche questa è un tipo di reazione comune che trova un’autonoma risoluzione.

Dopo un intervento di correzione della ginecomastia, il decorso post-operatorio consente di solito di solito delle rapide riprese. Già il terzo giorno si potranno riprendere gradualmente le quotidiane attività.

Generalmente, dopo circa 10 giorni il paziente è in grado di tornare a lavoro, purché non faccia sforzi eccessivi.

Dopo una quindicina di giorni circa, sempre previa visita chirurgica, si può riprendere la propria routine quotidiana. L’unica raccomandazione è quella di concedersi una ripresa progressiva e sempre graduale, per non sottoporre le mammelle appena operate a sforzi prematuri.

Domande frequenti sulla ginecomastia: prima, dopo e durante

Esiste un limite d’età minimo o massimo per sottoporsi all’intervento di Ginecomastia?

Generalmente l’età non rappresenta un problema, salvo casi particolari. L’unica accortezza risiede nell’attendere almeno il compimento della maggiore età. Non tanto per una questione di consenso informato, per la quale possono intervenire i genitori, tutori legali, quanto per un aspetto clinico. Capita che la ginecomastia sia dovuta a problemi ormonali-adolescenziali, pertanto, attendere l’evoluzione della stessa può evitare un intervento precoce e non necessario.

L’aumento delle ghiandole mammarie nell’uomo indica necessariamente una forma di ginecomastia?

La risposta è No. Per questo è di fondamentale importanza valutare caso per caso.

Per parlare di vera ginecomastia, oltre a un discreto aumento di volume della ghiandola mammaria, deve riscontrarsi anche una decisa proliferazione dei dotti mammari, nonché dello stroma periduttale. In caso contrario potrebbe trattarsi di falsa ginecomastia.

Nella ginecomastia abbiamo sempre un aumento di estrogeni?

L’aumento degli estrogeni è fondamentale e direttamente proporzionale alla severità della ginecomastia, ma ciò non significa affatto che si verifichi sempre un concomitante aumento di questi ormoni.

Per porre diagnosi di effettiva ginecomastia andrà considerata non solo la presenza e quindi il quantitativo di estrogeni, ma anche altri importanti fattori come ad esempio la verifica del rapporto tra estrogeni in circolo e altri ormoni maschili e alterazioni del metabolismo ormonale. Vi sono anche dei farmaci che, se assunti, portano a una vera interferenza con l’azione degli androgeni.

Non di rado si riscontra un’anomala trasformazione di androgeni in estrogeni o una marcata sensibilità dei recettori periferici alla stessa azione degli estrogeni.

A quali risultati posso auspicare?

Ciò che s’intende ottenere con l’intervento di correzione della ginecomastia è la rimozione del tessuto eccedente nella zona mammaria. Riportare, quindi, il pettorale dell’uomo all’originario aspetto virile, eliminando quello femminile.

Otterrò benefici istantanei?

I benefici derivanti dall’intervento di correzione della ginecomastia sono piuttosto evidenti fin da subito. La riduzione del seno, laddove è completa perché avviene la rimozione della ghiandola mammaria, offre subito una visuale mascolina.

Non devono essere sottovalutati neppure gli aspetti psicologici della procedura. Un uomo che combatte con l’insorgenza di seni femminili sul torace, presenta un turbamento causato dalla perdita della propria mascolinità. Pertanto, l’intervento risolve entrambi gli aspetti.

Quale anestesia mi proporranno? Una è migliore di un’altra?

L’anestesia di prima scelta è quella locale tumescente. Il paziente viene sottoposto a un’infiltrazione direttamente sui tessuti da operare, per anestetizzare la parte che il chirurgo andrà a trattare. Siano d’insegnamento anche i dati statistici provenienti dagli Stati Uniti d’America, ove la maggioranza degli interventi di chirurgia plastica si avvale di anestesia locale in sedazione leggera o profonda. É da considerarsi un approccio anestesiologico moderno e innovativo che permette al paziente di non perdere l’autonoma capacità respiratoria. La ripresa post-operatoria è, per questo motivo, rapida e più sicura.

L’intervento è doloroso?

L’intervento di correzione della ginecomastia non è una procedura chirurgica così invasiva, di conseguenza comporta poca dolore. La maggior parte dei pazienti non hanno avuto problemi neppure nei giorni appena successivi all’intervento. Un leggero gonfiore e indolenzimento è normale, ma è soggettivo in base alla personale soglia di sopportazione. In certi casi, il paziente preferisce assumere semplici antidolorifici, se consigliati dal chirurgo, per portare a zero la possibilità di provare qualsivoglia forma di dolore. La procedura in sé è semplice e non procura fastidi degni di nota.

Quanto tempo dovrò stare a riposo?

Per rispondere a questa domanda ci si deve rifare ai comuni canoni post-operatori, soggetti a individuali variazioni di sorta.

Due giorni di assoluto riposo sono doverosi per permettere ai tessuti di riprendersi e non subire eccessive stimolazioni.

Il tipo di attività lavorativa che si svolge è un altro fattore determinante. Se si lavora in ufficio o comunque si esercitano tipologie di lavoro non faticose, persino dopo il terzo giorno si può riprendere serenamente senza incorrere in complicazioni.

Per lavori fisicamente impegnativi è opportuno dare al corpo il giusto tempo di ripresa: almeno quindici giorni.

L’attività sportiva leggera può essere ripresa dopo circa quattordici giorni, mentre ci vorrà almeno un mese per quella agonistica.

In ogni caso, prima di prendere qualunque iniziativa personale post-operatoria, un consulto con il chirurgo che ha eseguito l’intervento può essere opportuno.

Ci sono alternative all’intervento chirurgico?

Dipende dal tipo di ginecomastia, le cause e dalla concomitanza con altre patologie o sintomatologie importanti a definire il quadro clinico completo.

Nei casi in cui sia causata dall’assunzione di farmaci o di sostanze che inducano il proliferare dei tessuti e quindi della ginecomastia, basterà interromperne l’assunzione. Sempre che i farmaci possano essere interrotti e non siano invece curativi di una determinata malattia.

Diversamente, il solo approccio definitivo è quello chirurgico.

Devo prepararmi all’eventuale recidiva dopo l’intervento di ginecomastia?

Se la ginecomastia, qualunque essa sia, quindi tanto quella vera quanto quella falsa, viene approcciata con l’intervento chirurgico, la risposta è certamente NO. Non si ripresenterà la ginecomastia, specie se l’intervento di correzione ha previsto la totale rimozione della ghiandola mammaria. Anche nel caso in cui sia stata effettuata una lipo-aspirazione, è consigliato far seguire all’intervento uno stile di vita adeguato.

Per buono stile di vita bisogna intendere sia l’esercizio fisico e sia il controllo del peso, per non incorrere nuovamente in problemi di obesità e proliferazione di tessuto adiposo.

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    RISULTATI

    Le tecnologie di ringiovanimento estetico si evolvono rapidamente. La recente applicazione nel campo estetico delle scoperte relative alla medicina dermatologica avanzata, il micro e nano-fat grafting, liposcultura, laser di ultima generazione ci permettono di ringiovanire e rimodellare le cappe cutanee ad ogni livello di profondità, intervenendo anche sulle zone più delicate e difficili, generando effetti di trazione, lifting e riempimento che fino a pochi anni fa erano assolutamente impensabili. La corretta implementazione ci permette di sostituire o migliorare enormemente il risultato della procedura chirurgica tradizionale.

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